Vintage Solutions.org a site for analog musicians
Gear Tech Papers People Stuff for sale Antiques About Me Contacts

 

Clicca sulle immagini per ingrandirle

 

Equalizzatore Boner

Per quanto sembri strano quella dell’equalizzatore d’ambiente non è un’invenzione recente.
Il pionere di tale pratica (almeno negli USA) è istituzionalmente riconosciuto come essere il Dott. C. Paul Boner.
La storia racconta che, all’inizio degli anni ’50, il Dott. Boner venne chiamato da un commerciante di P.A systems a correggere l’acustica di una sala che rendeva praticamente inutilizzabile un impianto di amplificazione che vi era stato appena installato, al punto che il committente rifiutava di pagare…
Fu allora così che, per la prima volta nella storia dell’audio professionale, un essere umano ebbe l’intuizione di realizzare un apparato di correzione elettronico delle frequenze che fosse in grado di “intonare” l’impianto di amplificazione sulla risposta acustica della sala…

Il Dott. Boner raggiunse l’obiettivo costruendo una serie di filtri passivi, da connettere fra l’uscita del preamplificatore e l’ingresso del finale, tarati in modo da abbattere le frequenze che mandavano in risonanza l’ambiente e, di conseguenza, in larsen il microfono. Tali filtri vennero, in quello specifico caso, assemblati a partire da induttori costruiti a mano avvolti su nuclei di LEGNO… (che ovviamente avevano un Q molto elevato) ma che in quel caso riuscirono ad ottenere l’effetto desiderato, vale a dire il pagamento dell’impianto… Una volta risolto questo primo problema, il Dott.Boner pensò bene che, con induttori che gli avessero permesso di costruire filtri dotati di Q più elevato (vale a dire, a campanatura stretta) sarebbe stato molto più facile centrare accuratamente le frequenze che causavano gli inneschi. E fu così che commissionò ad un suo amico ex studente di fisica, tale Gifford White (fondatore della White Instruments, una ditta che produceva filtri per strumenti di misura) la costruzione di cosiddetti “multi tapped inductors”, vale a dire induttori che potevano essere connessi in modo da poter fornire una certa gamma di valori. E fu appunto con questi componenti che C.P. Boner inziò la produzione dei primi equalizzatori d’ambiente. Questo rappresentato è uno dei modelli di equalizzatore costruiti dalla Boner & Associated negli Stati Uniti. Tra l’altro il modello in questione risale al 1974!!! Pare infatti che questi tipi di filtri permettessero un’equalizzazione più accurata di quella permessa dagli allora già diffusi equalizzatori a 1/3 di ottava…
Ognuno dei “tapped inductors” impiegati in questo EQ dispone infatti di 7 diversi valori, che accoppiati ai giusti condensatori permettono di tarare il filtro esattamente sulla frequenza prescelta. Per installare un equalizzatore del genere si procedeva facendo prima di tutto una misurazione dell’ambiente dove era posizionato l’impianto di amplificazione (con un generatore di rumore bianco e un misuratore di pressione sonora) e, dopo aver fatto i dovuti calcoli, si assemblavano sul posto i diversi filtri che erano necessari per correggere le frequenze risonanti. Dal momento che questo processo di equalizzazione procedeva praticamente per tentativi, (invece che alzare uno slider su una o l’altra frequenza tanto per vedere l’effetto che faceva, bisognava prendere una tabella, fare dei calcoli matematici con un regolo e lavorare di saldatore), la corretta equalizzazione di una sala poteva impiegare anche due settimane…


Clicca sulle immagini per ingrandirle

 

Equalizzatori Siemens 75-15

Questo presentato è un equalizzatore Siemens parametrico 75-15, prodotto in Italia durante (sembra) gli anni ’60, di cui pare che al mondo esistano pochi esemplari, di una coppia dei quali io sono il fortunato possessore.
I filtri di questo apparecchio sono basati su circuiti R-C (no induttanze) e l’EQ ha 4 bande di intervento.
I circuiti sono a componenti discreti con trasformatore di ingresso e di uscita, quest’ultimo pilotato da uno stadio Push-Pull.
La particolarità di questi eq, oltre al fatto di essere costruiti con componentistica di altissima qualità, sta nella possibilità di selezionare la modalità di funzionamento di ogni banda.
Premendo il pulsante L il circuito è escluso, col pulsante A l’eq funziona in modo passivo, e col pulsante E la sezione diventa attiva, con un range d’intervento sulla frequenza selezionata di +14 dB.
Degna di nota anche la qualità del circuito di alimentazione, la cui cura nella costruzione tradisce la destinazione professionale di un apparecchio di tale livello. Il circuito di stabilizzazione è il classico con transistor in serie pilotato da un amplificatore di errore costituito da due transistor in configurazione darlington, e dispone anche di un limitatore automatico di corrente, che lo salvaguarda da overload e cortocircuiti...
Ad ogni modo, sono alla ricerca di informazioni su questi apparecchi, se qualcuno avesse ulteriori dettagli relativi alla storia di questi equalizzatori, mi contatti pure.